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Help: soffriamo di analfabetismo stagionale!

A causa del benessere e della globalizzazione, la maggior parte di noi soffre di analfabetismo stagionale.



Buona parte dei nostri acquisti alimentari è fatta con gli occhi: cerchiamo il marchio che ci rassicura perché è stata efficace la pubblicità al prodotto, e tra un frutto dalla forma regolare e dai colori “appropriati” e uno più bitorzoluto o con la buccia ammaccata e i colori meno vivaci scegliamo indubbiamente il primo. Senza osservare la varietà di quel frutto o verdura e soprattutto senza notare la provenienza.
L’estate ci ha lasciato alle spalle frutti buonissimi come pesche, albicocche, meloni, ciliegie e fragole… Ma se ne avessimo voglia da qualche parte li troviamo di sicuro. Anzi ci viene voglia proprio perché li troviamo: anche in pieno inverno, perché sono state coltivate in serra oppure in nord Africa o in Sud America, dove le stagioni sono invertite.
E può capitare che una pesca coltivata in Cile abbia infine percorso quasi 13 mila km prima di arrivare sulla tua tavola, chissà quanti giorni chiusa in un container. L’hanno raccolta non ancora matura, quindi imprigionata nella plastica, tenuta nei frigoriferi… con gran consumo di energia (e relativo inquinamento…) solo per poterla mettere in vendita già ad aprile.


Analfabetismo stagionale

Le vediamo esteticamente perfette e sentiamo il bisogno di acquistarle, senza pensare che basterebbe attendere qualche settimana: da fine giugno ci sono le pesche dei contadini di casa tua, frutta che ha viaggiato 50 km, o poco più. E che si mangia dopo un paio di giorni al massimo che è stata raccolta.

Siamo vittime di una nuova sindrome: l’analfabetismo stagionale! Non sappiamo quale frutta e quale verdura è di stagione, perché il sistema di globalizzazione delle produzioni agricole e un sistema di trasporti indubbiamente efficiente, ben raccordato con la grande distribuzione, ci ha tolto la percezione (anche visiva) della stagionalità di frutta e verdura.

Per recuperarla ci sono ovviamente i libri e i siti web, ma può esser interessante chiacchierare con i nonni. Ai loro tempi non c’erano certo i supermercati… non si usavano serre riscaldate per produrre frutta fuori stagione, né c’era la facilità nel trasportare frutta e verdura da un capo all’altro del mondo… loro sono cresciuti mangiando frutta e verdura che rispettava i tempi della natura e che era coltivata poco lontano da casa e di sicuro se lo ricordano bene. Altro che analfabetismo stagionale!

Inoltre, basta recarsi nei mercati rionali, frequentati dai coltivatori diretti e dai contadini della tua regione: di sicuro ci troveri sempre e solo i frutti della terra che la “tua” terra offre in quel momento. Un’economia agricola sicuramente più attenta e rispettosa dell’ambiente.

 

Foto by Alexander Schimmeck on Unsplash