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Cos’è e a cosa serve il carbon footprint

Qualsiasi nostra azione lascia un’impronta sull’ambiente: è il carbon footprint, essenziale da conoscere e tenere sotto controllo!



Così come i nostri passi lasciano delle impronte ben visibili sulla sabbia, i nostri comportamenti abitudinari (ma anche quelli di un’organizzazione, o relativi ad un evento o prodotto!) lasciano quella che viene definita un’ “impronta ecologica”(carbon footprint), data dalle emissioni in atmosfera di gas serra sprigionate di conseguenza.
Espressa in tonnellate di CO2 equivalente, la carbon footprint è la variabile che meglio di tutte le altre permette di determinare gli impatti sull’ambiente e sul cambiamento climatico e, dunque, sul surriscaldamento del nostro pianeta.


Carbon footprint: quando si è iniziato a parlarne?

 È stato in occasione della Conferenza che l’11 dicembre del 1997 ha radunato a Kyoto (in Giappone) ben 180 paesi, e che ha dato vita alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Qui, fu stabilito l’elenco dei gas serra da prendere in considerazione nel calcolo dell’impronta ecologica. Ovvero:

  • anidride carbonica (da qui il nome!)
  • metano (CH4),
  • ossido nitroso (N2O),
  • idrofluorocarburi (HFC),
  • perfluorocarburi (PFC)
  • esafloruro di zolfo (SF6)

 

A cosa serve?

Sappiamo quali gas prendere in esame per calcolarla, come viene espressa… ma a cosa serve conoscere la carbon footprint?

  • Aiuta a valutare e quantificare l’impatto in materia di cambiamenti climatici
  • Aiuta a monitorare l’efficienza ambientale ed energetica delle proprie strutture
  • Fornisce un’idea della domanda esercitata sul pianeta derivante dall’uso dei combustibili fossili
  • Per aziende e fornitori di servizi, è un utile strumento per promuovere le proprie politiche di responsabilità sociale e ambientale. Per il mondo dell’Agroalimentare e del Food, infatti, è sempre più importante rispettare i criteri ESG (Environmental Social Governance), che riguardano l’impatto ambientale, sociale e la gestione etica di imprese e comportamenti.

 

Primaria e secondaria

L’impronta ecologica può essere di 2 tipi:

Primaria: ovvero, la misura diretta delle emissioni di CO2 derivate dalla combustione dei combustibili fossili per produrre energia elettrica, per il riscaldamento, per i trasporti.
Un esempio di come abbassare la nostra impronta primaria? Spegnete la luce quando non serve, non lasciate la notte il PC o anche solo lo schermo in stanby, muovetevi, quando possibile, a piedi o in bicicletta!

Secondaria: ovvero, la misura indiretta delle emissioni di CO2 dell’ intero ciclo di vita dei prodotti che utilizziamo, sia legati alla produzione che legati al consumo finale.
Un esempio di come abbassare la nostra impronta secondaria? Mangiate cibo di stagione, non importato, riciclate sempre quando possibile, utilizzate l’acqua di casa se è buona da bere, anziché acquistarla!

 

Come ridurre la nostra impronta ecologica?

Come visto sopra, l’impronta ecologica si può ridurre rivedendo i nostri comportamenti, sostituendoli con altri di minore impatto sull’ambiente.
In alternativa, possiamo mettere in atto delle compensazioni, come per esempio acquistare alberi da piantare in Amazzonia o in Kenia, per favorire progetti di imboschimento sostenibile, andando appunto a compensare la massiccia deforestazione in atto in queste zone del mondo.

Ecco un esempio dei kg di CO2 per km per passeggero, emessi semplicemente per spostarvi:

  • a piedi: 0
  • bicicletta: 0
  • ciclomotore: 0.073
  • motocicletta: 0.094
  • motoslitta: 0.094
  • auto elettrica: 0.043
  • auto piccola: 0.11
  • auto media: 0.133
  • auto grande: 0.183
  • auto ibrida: 0.084
  • taxi: 0.17
  • autobus: 0.069
  • mini bus: 0.055
  • treno diesel: 0.06
  • treno elettrico: 0.065
  • metropolitana: 0.065
  • tram/filobus: 0.042
  • traghetto: 0.115

Come vedete, laddove possibile muoversi a piedi o in bicicletta è senza dubbio la scelta migliore!

 

L’impegno di FRoSTA

 Per valutare in che modo le proprie scelte produttive impattano sulla Terra, FRoSTA misura la Carbon Footprint di ogni fase del processo produttivo, fino al consumatore finale attraverso il calcolo del Life Cycle Assessement. 

Dal 2008 FRoSTA è riuscita a ridurre le emissioni di CO₂ del -30%, ed, entro il entro il 2022, l’azienda si è posta un ulteriore importante obiettivo che è quello di ridurre la propria impronta di carbonio di un ulteriore 7,5%. 

Infine, siccome la riduzione della plastica comporta un significativo decremento delle emissioni CO₂, l’azienda ha sostituito le confezioni di plastica con le nuove confezioni a base di carta “Riciclabile con la carta – Certificate Aticelca® 501”, che contengono il 75% di plastica in meno e meno 20% di CO2 prodotta.

 

Per saperne di più

  • Cosa sono i criteri ESG e perché sono sempre più importanti (Leggi di più)
  • Come calcolare la propria impronta ecologica (Leggi di più)

 

Foto di copertina by Marcin Jozwiak on Unsplash